I papi veneti, tra cinema e tv
Papa Sarto e papa Luciani hanno ben poco in comune, ma condividono, per motivi diversi, un destino simile per quanto concerne il rapporto tra la loro immagine e i grandi media audiovisivi: se Pio X è senza dubbio il papa del quale esistono meno testimonianze cinematografiche, Giovanni Paolo I è senza dubbio il papa del quale esistono meno testimonianze televisive. Ma se in papa Sarto questo stato di cose fu frutto di una precisa volontà derivante dal suo ambiguo rapporto con i mezzi di comunicazione di massa, per papa Luciani, appassionato cinefilo che con i media – anche da vescovo – coltivò sempre una proficua relazione, tutto è dipeso dalla nota estrema brevità del suo pontificato. Per paradosso però, dopo loro scomparsa, le spiccate peculiarità dei due pontefici – il papa del modernismo e dell’ingresso nella Grande Guerra il primo, il papa del sorriso e dei 33 giorni di pontificato il secondo – hanno fatto sì che l’interesse del cinema e della televisione si siano accesi nei loro confronti molto più che per altri pontefici novecenteschi.
Il progetto
Il progetto, promosso da Fondazione MAC in collaborazione con Regione Veneto, si propone di valorizzare il peculiare profilo audiovisivo dei due pontefici veneti del Novecento – Giuseppe Sarto, papa Pio X (1903-1914) e Albino Luciani, papa Giovanni Paolo I (1978) – organizzando un’indagine che segua tre traiettorie di ricerca:
- La mappatura in cineteche e archivi italiani ed esteri delle fonti audiovisive e dei relativi documenti correlati sui due pontificati;
- La mappatura in cineteche e archivi italiani ed esteri dei film non fiction e fiction e dei relativi documenti correlati prodotti sui due pontificati dopo la loro scomparsa;
- Il rapporto tra i due pontefici con i media audiovisivi, attraverso una ricognizione dei loro scritti e discorsi anche negli anni precedenti al pontificato.
Pio X
Degli anni del pontificato di papa Sarto si conosce attualmente solo lo spezzone di un filmato di incerta attribuzione e datazione. È noto che rispetto al suo predecessore Leone XIII (1878-1903), il quale si concesse varie volte alle macchine da presa Biograph e Lumière, Pio X mostrò subito reticenza verso il cinema: già pochi mesi dopo la sua salita al soglio diede disposizione che la «Venerata Effigie di Sua Santità» non venisse più ripresa dal cinematografo (ottobre 1904). Una disposizione che fu contraddetta solo in un paio di occasioni, tutte verificatesi quasi alla fine del suo pontificato. Per questo di Pio X, secondo le conoscenze attuali, sono state effettuate solo tre riprese che nessuna indagine ha portato, ad oggi, a ritrovare e identificare con precisione: la veduta del cinematografista pontificio Francesco De Federicis ripresa nel giugno 1904 e due brevi film realizzati tra il 1912 e il 1913 (Pope Pius X and the Vatican dell’americano James Slevin e Sua Santità Pio X e le grandi feste cattoliche a Roma di Pier Antonio Gariazzo). La canonizzazione di Pio X nel 1954 stimolò poi il forte interesse verso la sua figura del cinema e dei grandi network televisivi: nel 1952 fu realizzato dalla Cinelia Film, casa di produzione veneta, il film Gli uomini non guardano il cielo di Umberto Scarpelli, mentre tra il 1954 e il 1955 uscirono almeno tre grandi documentari: The canonisation of Pope Pius X prodotto dalla NBC Television (1954), La prodigieuse histoire d’une vocation – Saint Pie X di Aloysius Vachet e Germain Sachsé (1954), Papa Sarto di Emilio Marsili (1955).
Giovanni Paolo I
Sebbene per la brevissima durata del suo pontificato (26 agosto-28 settembre 1978), Giovanni Paolo I non abbia avuto il tempo di pronunciare alcun discorso riguardo al cinema, Albino Luciani, nei suoi anni di episcopato a Vittorio Veneto (1958-1970) e poi in quelli in cui fu patriarca di Venezia (1970-1978) fu senza dubbio tra i presuli italiani più attenti alla questione cinematografica. Già negli anni Cinquanta organizzò a Belluno un circolo culturale Cineforum dando prova in seguito di una cultura cinematografica non così comune tra l’episcopato: spaziava tra i generi, conosceva i classici e la filmografia di registi come Dreyer, Bergman, Bresson, Ford, Fellini, Rossellini, Kurosawa, Visconti, Olmi e Tarkovskij. Nella generale prospettiva del rapporto tra i pontefici e il mondo dei mass media i 33 giorni alla guida della Chiesa mondiale di Albino Luciani risultano poi interessanti sotto diversi aspetti. Un breve lasso di tempo in cui il pontefice fu posto sotto l’occhio delle telecamere in una misura nuova dovuta sia al progresso della tecnologia di ripresa e di trasmissione (le prime dirette a colori in mondovisione del conclave e dell’elezione), sia alla fame di immagini causata dal vuoto visivo lasciato da Paolo VI dopo l’orazione funebre per Aldo Moro, il 13 maggio 1978. Dopo la sua morte, la brevità del suo pontificato, ha poi solleticato spesso l’attenzione del cinema e delle produzioni televisive: da L’ombra del dubbio. La strana morte di papa Luciani, documentario Rai dei primi anni Ottanta al film Morte in Vaticano di Marcello Aliprandi del 1982, dal documentario Giovanni Paolo I. Sul filo dei ricordi di Leonardo Castellani del 1998 alla mini-serie televisiva di Rai Fiction Papa Luciani – Il sorriso di Dio diretta da Giorgio Capitani nel 2006.
Gli obiettivi del progetto
- La digitalizzazione e catalogazione dei documenti audiovisivi e dei materiali correlati
- L’organizzazione di una specifica Collezione digitale sulla Digital Library MAC
- Il restauro di alcune selezionate pellicole rinvenute nel corso del progetto
- Una pubblicazione con saggi, fotografie e materiali
- Una mostra fotografica itinerante in varie località del Veneto
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