
Papa Francesco alla Fondazione Mac: ordinate il patrimonio della Filmoteca Vaticana
13 Gennaio 2024
L’invito è stato rivolto in occasione dell’udienza al Consiglio di Amministrazione dello scorso 12 gennaio 2024 in Vaticano. Durante l’incontro, il Santo Padre ha accolto con particolare favore il progetto del Mac – in collaborazione con importanti istituzioni, Centri di Ricerca e sponsor istituzionali – di restaurare i film sui Giubilei depositati presso la struttura della Santa Sede nell’ambito di un più ampio censimento a livello mondiale
Ordinare il patrimonio della Filmoteca Vaticana secondo i criteri scientifici aggiornati alla più recente dottrina archivistica. Questo l’invito che il Papa ha rivolto al CdA della Fondazione Mac in occasione dell’udienza concessa lo scorso 12 gennaio in Vaticano. Occorre concretizzare questo lavoro con urgenza, ha sottolineato Francesco. “Perché – ha spiegato – i costi economici saranno certamente minori di quelli che si pagheranno dal punto di vista storico, culturale e religioso con la perdita di tanto patrimonio audiovisivo cattolico”. Sebbene modesto nella sua estensione quantitativa – ha proseguito – il patrimonio della Filmoteca “in questo quadro assume oggi particolare valore in virtù dell’interesse che rivestono dal punto di vista storico-culturale le modalità di acquisizione della documentazione audiovisiva che vi è conservata secondo le linee dettate dai miei Predecessori”.
I film sui Giubilei
Nell’ambito di un discorso denso di spunti, Francesco ha accolto con particolare favore il progetto di restauro da parte della Fondazione Mac dei film sui Giubilei depositati presso la Filmoteca Vaticana, che coinvolgerà importanti istituzioni, Centri di Ricerca e sponsor istituzionali nell’ambito di una ricognizione già avviata presso le cineteche di tutto il mondo. Il Papa ha espresso apprezzamento per tale percorso lodando l’approccio della Fondazione Mac nel campo della ricerca e della conservazione. “Rappresenta un modo virtuoso per indicare a tutti un percorso possibile e necessario di valorizzazione del nostro ricco ma fragile patrimonio audiovisivo ecclesiastico”, si legge nel discorso che incoraggia a proseguire in tale impegno. Impegno testimoniato da diverse iniziative già portate a termine. Tra queste Francesco ha menzionato “il progetto dedicato al censimento e alla descrizione delle fonti audiovisive relative ai Giubilei del Novecento e i progetti tesi a riscoprire e diffondere il patrimonio audiovisivo di istituzioni e soggetti rilevanti per la storia della Chiesa, come quelli dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e della Fondazione Don Carlo Gnocchi”.

Un modello da seguire
“La Fondazione – ha affermato ancora il Papa – è la risposta nata nel solco delle mie indicazioni e traccia oggi una strada che merita di essere ulteriormente sviluppata: il coinvolgimento di importanti Università, Centri di Ricerca e partner tecnologici nei progetti, così come il concreto svilupparsi di un coordinamento con gli istituti preposti alla conservazione del patrimonio audiovisivo della Chiesa, delineano un modello da seguire, ulteriormente valorizzato e autorevolmente convalidato dalla collaborazione che la Fondazione ha strutturato con la Biblioteca Apostolica Vaticana e l’Archivio Apostolico Vaticano“.
Il dono al Papa
Nell’occasione, al Papa è stata donata una riproduzione dell’Icona Salus Populi Romani custodita presso la Basilica di Santa Maria Maggiore dove Francesco si reca in preghiera prima della partenza e al ritorno di ogni viaggio. Mons. Dario Edoardo Viganò, Presidente della Fondazione Mac, ha ricordato il desiderio del Santo Padre di essere sepolto nella cappella Paolina di Santa Maria Maggiore per stare per sempre vicino alla madonna che si dice sia stata dipinta da San Luca. “Abbiamo pensato di far realizzare una copia esatta dell’opera così che la possa vedere ogni giorno”, ha spiegato. La lavorazione, in pictografia su tavola, riproduce fedelmente i passaggi della pittura a “regola d’arte”. Le figure, così come lo sfondo, sono state ricreate in ogni minimo particolare con l’ausilio di una lente d’ingrandimento. La doratura, in oro zecchino 24 kt. è stata applicata come nell’originale restaurato così da conferire un impatto estetico molto vicino al vero. Un lavoro durato mesi e che ha coinvolto tutte le maestranze della Bottega Tifernate sotto la guida dell’artista Stefano Lazzeri.







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