Monsignor Viganò a New York per parlare di Giubilei e Cinema

06 Gennaio 2025

L’intervento il 5 gennaio 2025 al Meeting Annuale dell’American Catholic Historical Association all’interno del panel intitolato ‘Media Jubilees: History of the Holy Years through Mass Media’

Il presidente del Centro di ricerca CAST dell’Università Telematica Internazionale Uninettuno e della Fondazione Memorie Audiovisive del Cattolicesimo (MAC), monsignor Dario Edoardo Viganò, ha tenuto una relazione al Meeting Annuale dell’American Catholic Historical Association che si è svolto a New York il 4 e il 5 gennaio 2025.

Al centro dell’intervento, il rapporto fra il Cinema e i Giubilei della seconda metà del Novecento. In particolare, sono stati quattro gli appuntamenti giubilari presi in esame nella relazione di Viganò moderata e introdotta dal presidente dell’American Catholic Historical Association, Anthony Burke Smith, dell’Università di Dayton: il Giubileo del 1950 di Pio XII, quello postconciliare del 1975 di Paolo VI e, infine, i due indetti da Giovanni Paolo II nel 1983 e nel 2000.

“Seppur molto diversi tra di loro – ha affermato Viganò – questi appuntamenti hanno rappresentato una tappa fondamentale nella relazione tra la Chiesa e i media di massa, amplificando la capacità di Roma di attirare i riflettori sul soglio petrino, ponendo il pontefice all’apice di un processo informativo che coinvolgeva gran parte dell’orbe cattolico e permettendo di raggiungere un ampio e interessato pubblico di fedeli-spettatori in ogni angolo del mondo”.

Al di là delle differenze dal punto di vista del contesto storico-sociale, c’è un tratto comune ai quattro momenti analizzati. Per Viganò si tratta di “un vero e proprio cambio di paradigma nella rappresentazione del sacro che certamente ebbe nell’audiovisivo un protagonista indiscusso”. Si parte dal Giubileo cinematografico per eccellenza, quello del 1950, che risentì indubbiamente anche della transizione al colore in atto in quel periodo. Il presidente del MAC ha raccontato della massiccia mobilitazione dei maggiori player del settore che furono ben accolti dalle istituzioni vaticane per narrare l’Anno Santo attraverso film, reportage e documentari.

Tuttavia, questa vitalità non piacque molto agli ambienti più intransigenti che – ha spiegato Viganò – “videro questa ‘corsa’ al guadagno sulle cose sacre uno dei più grandi fallimenti della cinematografia dell’Anno Santo”. Un giudizio certamente molto severo, nonostante il cinema riuscì effettivamente a stagliarsi un ruolo fondamentale.

Cosa diversa negli anni a venire, con la televisione che ha progressivamente ridimensionato il potere del cinema. In effetti, il Giubileo del 1975 “deve essere considerato il primo Giubileo pienamente televisivo per la ricchezza e pervasività della copertura che venne garantita all’evento in tutto il mondo”. La cerimonia di apertura venne trasmessa per la prima volta in mondovisione. E la regia venne curata da Franco Zeffirelli. Un grande regista, come anche Ermanno Olmi che venne chiamato a fare la stessa cosa in occasione dell’apertura della Porta Santa in Vaticano per il Giubileo del 2000. Quest’ultimo “venne giustamente definito come il ‘primo Giubileo dell’era telematica’”, ha precisato Viganò sottolineando l’irrompere e l’ampio sfruttamento delle tecnologie informatiche che hanno permesso di modificare l’esperienza collettiva attraverso un coinvolgimento su larga scala di un ampio pubblico.

Il cinema, comunque, ha mantenuto la sua centralità probabilmente anche per l’interesse nei confronti del medium da parte di Giovanni Paolo II. Non c’è da meravigliarsi del fatto che furono numerosi i documentari e i cortometraggi realizzati sull’Anno Santo del 2000 nonché sulla fase preparatoria. Segno – ha precisato Viganò – “della volontà della Santa Sede di sfruttare le potenzialità del mezzo cinematografico per trasformare un appuntamento radicato nella tradizione in un grande evento globale”.

A completare il panel, che riflette il lavoro portato avanti dal CAST e dal MAC sull’argomento, segnato anche dalla recente pubblicazione della docuserie sui Giubilei Mediatici, altre due relazioni: quella di Gianluca Della Maggiore, dell’Università Telematica Internazionale Uninettuno,  dedicata al rapporto fra Giubileo e Cinema dal 1900 al 1933, e quella di Federico Ruozzi, dell’Università di Modena e Reggio Emilia sul binomio Giubileo e Televisione dal 1949 al 2000.