L’anniversario dell’elezione di Papa Francesco e il suo amore per il cinema

15 Marzo 2024

In occasione dell’undicesimo anniversario dell’elezione del Santo Padre, diverse analisi sul pontificato di Bergoglio si sono soffermate sul suo rapporto con i media soffermandosi in particolare sulla sua relazione speciale con la settima arte

È grazie al libro ‘Lo sguardo porta del cuore. Il neorealismo tra memoria e attualità’ che si è scoperto l’amore di Papa Francesco nei confronti del cinema. Scritto dal presidente della Fondazione Mac, monsignor Dario Edoardo Viganò, e pubblicato da Effatà Edizioni, il volume è tornato in primo piano in questi giorni in occasione dell’undicesimo anniversario dell’elezione del Santo Padre (il 13 marzo 2024).

Il cinema come documento

La ricorrenza, infatti, ha stimolato la riflessione sul pontificato di Bergoglio molto spesso con un focus sul suo rapporto con i media. Monsignor Viganò ne ha parlato ad Acireale dove l’8 marzo ha aperto una serata con titolo molto eloquente: ‘Il Cinema di Francesco’, in programma presso l’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici nell’ambito del Mese della Cultura. “Il Papa – ha affermato Viganò, andando subito al cuore della tematica – ha raccontato di aver fatto delle catechesi con un film, ha fatto riferimento alla scena del Pranzo di Babette in un documento pontificio, fa tesoro dell’esperienza neorealista che riesce a raccontare gli ‘ultimi’ e i ‘dimenticati’ citando La Strada”.  

Il film di Wim Wenders

Un’attenzione particolare che – come riporta il quotidiano La Sicilia nella cronaca all’indomani dell’evento – ha consentito alla Chiesa di aprire nuovi canali di comunicazione e di svecchiarsi. “Francesco è arrivato al punto di essere protagonista ‘non attore’ nel film ‘Papa Francesco – Un uomo di parola’ diretto da Wim Wenders”, ha dichiarato monsignor Viganò nel corso del dibattito introdotto da Emiliano Abramo della Comunità di Sant’Egidio e concluso dal vescovo di Acireale, monsignor Antonino Raspanti (con interventi del presidente dell’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici, Michelangelo Patanè, e del sindaco Roberto Barbagallo).

Catechesi di umanità

“Nei suoi interventi, dalle omelie alle encicliche, il Papa fa spesso riferimento ai film”, ha scritto monsignor Viganò sulle colonne de Il cittadino di Monza e Brianza del 14 marzo. Del resto, questo rapporto arriva da lontano. Lo stesso pontefice – si ricorda nell’articolo – ha ‘svelato’ che a Buenos Aires alcune catechesi le faceva proprio con i film.

L’immediatezza

A nutrire il rapporto di Papa Francesco con i media, in generale, fin da subito, è stata senza dubbio la semplicità. Un approccio che ha catturato immediatamente i cuori della gente. “C’è stato un cambiamento immediato di percezione”, ha sottolineato Viganò a Telepace riflettendo sull’anniversario e sulle modalità comunicative del passato. “Dal rigore dei riturali delle prassi che si erano consolidati nei secoli – ha precisato – siamo passati ad uno stile di immediatezza di tipico di un pastore”.

Immagini iconiche

Un altro aspetto da considerare è legato al contesto storico sociale degli ultimi anni segnato da eventi mai conosciuti prima, a cominciare dalla Pandemia, che hanno consentito di rilanciare ulteriormente la relazione con i media. A tal proposito impossibile trascurare il momento straordinario preghiera del Papa in una Piazza San Pietro deserta in occasione della ‘Statio Orbis’ del 27 marzo 2020 e la Via Crucis di qualche giorno successivo. “Occasioni – ha concluso il presidente del Mac – che gli hanno permesso di entrare nel mondo dei media costituendo alcune immagini diventate iconiche a livello planetario”.