CONVEGNO: “LA CENSURA CINEMATOGRAFICA IN ITALIA DAL 1944 AL 2021”
11 Ottobre 2025
Si è svolto il 10 e 11 ottobre, all’Università Ca’ Foscari di Venezia, il convegno “La censura cinematografica in Italia dal 1944 al 2021”. Alla tavola rotonda, “La digitalizzazione dell’archivio della censura nell’ambito del progetto CHANGES”, ha partecipato il Presidente della Fondazione MAC, Dario Edoardo Viganò.
Per censura cinematografica si deve intendere quel procedimento tecnico, di natura preventiva, con cui lo Stato esercita il proprio controllo sul potere sociale del cinema. Normato da specifiche leggi e regolamenti, tale procedimento è affidato alla gestione di un ufficio dell’amministrazione, la cui responsabilità politica cambia nel tempo (dal Ministero dell’Interno al Minculpop, dalla Presidenza del Consiglio al Ministero del Turismo e dello Spettacolo). In ogni caso è sempre espressione dell’esecutivo, che la guida, politicamente, attraverso un ministro o un sottosegretario.
“A partire dal lavoro che la Fondazione Memorie Audiovisive del Cattolicesimo (MAC) e il Centro di ricerca Cast (Catholicism and Audiovisual Studies) dell’Università Telematica Internazionale Uninettuno stanno portando avanti con la Digital Library, tre sono le questioni fondamentali, ha detto il Presidente della Fondazione MAC, Dario Edoardo Viganò. Anzitutto la consapevolezza che siamo di fronte a un’urgenza culturale che è di più della semplice tutela del patrimonio audiovisivo ma che si concretizza in una vera e propria collection building”.
“Inoltre – ha continuato Viganò – superare la frammentazione per costruire un vero e proprio «ecosistema di memoria integrata». Questo credo sia uno dei punti di maggiore utilità metodologica da inserire nel dibattitto della digitalizzazione degli archivi. In questa prospettiva la Digital Library della Fondazione MAC è stata pensata con un approccio multiprospettico proprio per ricomporre questa dispersione, collegando gli audiovisivi con fotografie, manifesti e documenti a stampa. Infine – ha concluso il presidente della Fondazione MAC – questa architettura dei dati è resa possibile e credibile solo grazie a due livelli di connessione che desidero sottolineare: la connessione istituzionale e la connessione di competenze”.
La censura cinematografica in Italia vive circa 110 anni: dagli anni ’10 del ’900 agli anni ’20 del nostro secolo. L’archivio della censura cinematografica d’epoca liberale e fascista è andato quasi interamente perduto. Si conserva invece nella sua interezza l’archivio dal 1944 al 2021, che lo Spoke 2 del progetto PNRR CHANGES si è fatto carico di digitalizzare e analizzare. La conferenza ha restituito i primi esiti dello studio di questa documentazione d’archivio a partire da un ripensamento teorico (inteso a superare la tradizionale concezione repressiva) e storiografico (fondato su una nuova periodizzazione).