Monsignor Viganò al V Congresso di filosofia e cinema dell’Università cattolica di Valencia

26 Ottobre 2023

Un intervento, pronunciato il 26 ottobre 2023, durante la seconda giornata dei lavori, che è stato incentrato sul rapporto tra papa Francesco e il cinema a partire dai discorsi e dai documenti ufficiali del suo pontificato

‘Una «catechesi di umanità»: il cinema di papa Francesco’: questo il titolo dell’intervento di monsignor Dario Edoardo Viganò, presidente della Fondazione MAC – Memorie Audiovisive del Cattolicesimo – pronunciato il 26 ottobre 2023 nel quadro del V Congresso di filosofia e cinema dell’Università cattolica di Valencia. “I numerosi riferimenti di papa Francesco al cinema nei suoi discorsi e omelie – ha affermato – rappresentano l’ultima tappa di un percorso lungo e contraddittorio che ha portato l’atteggiamento della Chiesa verso la settima arte a superare, non senza difficoltà, la diffidenza che ha accompagnato per lungo tempo il confronto con questo strumento, da sempre fonte di preoccupazione educativa e di giudizio morale nel quadro di una più generale condanna della modernità”. Se questo cambiamento ha senza dubbio beneficiato del radicale ripensamento del rapporto tra i mezzi di comunicazione di massa e l’azione ecclesiale che nel tempo ha investito anche il magistero pontificio (Lettera enciclica Vilanti cura, 1936; Esortazione apostolica I rapidi progressi, 1954; i due Discorsi sul film ideale, 1955; Lettera enciclica Miranda prorsus, 1957; Decreto conciliare Inter mirifica, 1963; Istruzione pastorale Communio et Progressio, 1971), nondimeno gli insegnamenti consegnateci da Francesco ci permettono di ricostruire i tratti di quella «catechesi di umanità» che ha condotto il cinema a superare lo stato di “oggetto”, degno di attenzione ma anche di una costante attività censoria, per vedersi attribuito quello di “soggetto”, avente dunque un proprio linguaggio e particolari codici espressivi, coinvolto nei processi pedagogici e catechetici proposti dall’istituzione ecclesiastica.

“Papa Francesco – secondo monsignor Viganò – ha più volte ricordato la necessità di aprire il campo dell’apostolato anche a quegli strumenti che possano fornire un nuovo sguardo alla realtà e che possano «provocare la coscienza» dei credenti” (intervista a Papa Francesco in D.E. Viganò, Lo sguardo: porta del cuore, 2021). Ed è proprio in questo senso che egli ha indicato il cinema – ricordando come questo faccia intimamente parte del suo orizzonte culturale e come il rapporto con questo medium abbia segnato alcuni passaggi fondamentali del suo percorso personale e spirituale (Saluto del Santo Padre Francesco ai rappresentanti di Acec-Sdc in occasione dei 70 anni della comunità, 7 dicembre 2019) – come possibile protagonista di una strategia propositiva volta ad adeguare il messaggio del Cristianesimo davanti a scenari di diffusione sempre più globali. Dunque – si legge ancora nel testo prounciato da monsignor Viganò – per rispondere alle nuove sfide imposte dalla modernità e dallo sviluppo dei social media (Lettera apostolica «motu proprio», L’attuale contesto comunicativo, 2015), il magistero ha fatto sempre più ricorso al cinema nel tentativo più ampio di rivoluzionare profondamente lo stile comunicativo della Chiesa. Se, infatti, «l’ambiente mediale oggi è talmente pervasivo da essere ormai indistinguibile dalla sfera del vivere quotidiano» (Messaggio del Santo Padre Francesco per la 53ma Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, 24 gennaio 2019), il Papa ha comunque voluto anche di recente sottolineare la necessità di costruire comunità e ha indicato il cinema come «grande strumento di aggregazione», dando ad esso un alto valore sociale (Viganò, 2021).

“In una dialettica sempre aperta tra storia e contemporaneità, tra passato e presente, papa Francesco ha anche mostrato di ben conoscere la situazione di ritardo accumulata dalla Chiesa sulla necessità di essere «bravi custodi della “memoria per immagini”» (Viganò, 2021) svelando le sue riflessioni in merito alla necessità di un maggior impegno, da parte di tutte la Comunità ecclesiali, ed in particolare della Santa Sede, volto al recupero, la preservazione e la valorizzazione del patrimonio storico audiovisivo e di quello documentale ad esso collegato, relativo al cattolicesimo”. Una visione che afferma la centralità ormai assunta dalla documentazione audiovisiva quale «complemento permanente della documentazione scritta» e che spinge verso una piena attuazione dell’intuizione avuta a fine anni Cinquanta dai suoi predecessori Pio XII e Giovanni XIII, rinnovata poi anche da Giovanni Paolo II che aveva sottolineato la necessità di «conservare e tramandare alle future generazioni la memoria del Pontificato e dell’opera della Santa Sede» (Giovanni Paolo II, Motu proprio La cura vigilantissima), che vedevano nella fondazione di una Mediateca la possibilità di conferire finalmente al patrimonio cinematografico quella rilevanza che merita nel sistema delle istituzioni vaticane specializzate nella custodia delle tracce del passato.

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